Aver cura di sè stessi

 

Mi chiamo Elena Grandi ed ho accolto con piacere l’invito dell’Associazione Alzheimer Marche  di intrattenere per un paio d’ore i famigliari che partecipavano al caffè Alzheimer della sede di Ancona.

Riflettendo su cosa proporre e come propormi, ho pensato alla mia posizione rispetto all’Alzheimer: professionalmente lavoro con i malati dal 2002, personalmente  mio nonno e mia zia paterni hanno sofferto di questa patologia.

Essendo così coinvolta, ho pensato di offrire un suggerimento prezioso, ovvero, quello di prendersi cura di se stessi, per mantenere l’energia necessaria per fronteggiare la malattia e per continuare a vivere la propria vita senza annullarsi.

L’approccio teorico da cui è partito l’incontro è stato illustrare brevemente la Scienza dell’occupazione, come scienza umana sia di base che applicata, che studia la forma, la funzione ed il significato dell’occupazione dentro e fuori il contesto terapeutico. Le occupazioni e il fare, nella vita dell’essere umano sono considerati essenziali per la sua salute. Tutte le occupazioni possono essere incluse in tre sfere della vita di ogni giorno: le attività per la cura di sé, il lavoro o studio, il gioco.

L’esercizio pratico in cui sono stati coinvolti tutti i partecipanti, è stato quello di riflettere e scrivere su un foglio tutte le azioni svolte durante la giornata, per poi collocarle in un secondo foglio, suddiviso in tre colonne per categorizzarle nelle tre sfere della vita.

Nelle diverse fasi della vita (bambino, adolescente, ragazzo, giovane, adulto, anziano, vecchio) l’equilibrio nelle tre sfere cambia enormemente. Per equilibrio non si intende un tempo uguale per ogni sfera, è più una necessità di non dimenticare mai una determinata sfera.

Pensare alle  proprie attività come parte delle tre sfere della vita, è soprattutto un modo per riflettere sul significato per se stessi di tutte quelle occupazioni che riempiono la vita di ogni giorno.

In questo modo i partecipanti hanno potuto appurare da subito quanto tempo dedicavano al “gioco” ovvero quante volte nella giornata riuscivano a dedicare del tempo ad azioni da cui traevano piacere. Il gruppo si è confrontato su quali attività erano gradite (sport, bagno rilassante, parrucchiera, cinema, colazione la mattina, ..) e su come potersi organizzare per ricavarsi del tempo per sé, giornalmente e dei benefici che ne derivavano.

A conclusione del pomeriggio trascorso insieme, le persone hanno accettato di costruire un mandala utilizzando materiali di plastica riciclati, in cui ognuno ha trasferito un suo vissuto personale.